Pinoli: perché preziosi alleati nei disturbi infiammatori?


Uno studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences analizza i potenziali effetti biologici e antinfiammatori dell’acido pinolenico contenuto nei pinoli e che, in genere, costituisce sino al 20% dei suoi acidi grassi totali

L’infiammazione è un meccanismo fisiologico di difesa del nostro corpo che, in caso di infezioni e lesioni, serve a individuare ed eliminare l’agente patogeno e rimuovere i componenti danneggiati nel tessuto, promuovendo così la guarigione 

Quando il nostro corpo non è in grado di combattere l’infiammazione può capitare di andare incontro ad uno stato infiammatorio cronico. In questo caso, la reazione immunitaria che andrà a manifestarsi sarà anomala e attaccherà le cellule sane anziché gli agenti patogeni, come nel caso dei disturbi infiammatori (1). Rispetto a quest’ultimi, tra i più frequenti troviamo in particolare le malattie infiammatorie croniche intestinali, come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, quelle reumatiche, come l’artrite reumatoide, e il più noto diabete 

Infiammazione e dieta: qual è il ruolo degli acidi grassi polinsaturi?
Nonostante sia l’insieme della dieta ad avere effetti positivi riconosciuti per il buon funzionamento generale di tutto l’organismo, sistema immunitario incluso, piuttosto che un singolo alimento o sostanza, alcuni alimenti ricchi di preziosi nutrienti e composti bioattivi sembrano partecipare più di altri alla strutturazione di un’alimentazione sana e bilanciata.  

A tal proposito, la frutta secca è protagonista ormai da decenni in diverse ricerche che ne evidenziano il ruolo positivo per la salute di popolazioni sia sane che affette da diverse patologie, proprio grazie alla sua composizione nutrizionale “vantaggiosa”. Oltre a contenere proteine, un elevato contenuto di vitamina E polifenoli, fibra e minerali come ad esempio magnesio, zinco, rame, selenio apporta anche un buon quantitativo di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, studiati proprio rispetto al loro potenziale ruolo sull’infiammazione (2). L’importanza di concentrarsi più sulla qualità dei grassi assunti con la dieta che sulla quantità totale dei grassi stessi, emerge con chiarezza anche dai più recenti studi sugli effetti dei differenti acidi grassi alimentari sulla salute umana. 

L’acido pinolenico dei pinoli
I pinoli sono la tipologia di frutta secca a maggior contenuto di proteine (ben 32 g su 100 g di prodotto), seguiti dalle arachidi. Inoltre, sono particolarmente ricchi in rame, fosforo, magnesio, zinco, potassio, vitamina E e tiamina. Una sola porzione, pari a circa 120 pinoli, copre il 40% del fabbisogno giornaliero di rame, circa il 30% di quelli di magnesio e di vitamina E, il 20% del fabbisogno giornaliero di fosforo e il 16% del fabbisogno giornaliero di zinco di un adulto, micronutrienti importanti per il normale funzionamento di cervello, sistema immunitario, muscoli e ossa. 

Rispetto al loro contenuto in acidi grassi polinsaturi, invece, emerge in particolare l’acido pinolenico che, in genere, costituisce sino al 20% degli acidi grassi totali nei pinoli 

Nonostante siano necessari ulteriori studi e trial clinici per poter confermare o smentire il ruolo dell’acido pinolenico, alcuni recenti studi indicano proprio il suo notevole potenziale come terapia complementare nella gestione delle malattie croniche e immunitarie e nei disturbi metabolici.


 

Riferimenti

  1. Lawrence, T., & Gilroy, D. W. (2007). Chronic inflammation: a failure of resolution?. International journal of experimental pathology, 88(2), 85-94.
  2. Kapoor, B., Kapoor, D., Gautam, S., Singh, R., & Bhardwaj, S. (2021). Dietary polyunsaturated fatty acids (PUFAs): Uses and potential health benefits. Current Nutrition Reports, 10(3), 232-242.

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