C’era una volta la frutta secca. Il mito oltre la scienza


La fama di questa categoria di alimenti precede di molto la ricerca scientifica. In passato, infatti, molti dei frutti vantavano un valore simbolico legato alla natura delle piante da cui derivano.

Oggi frutta secca è diventata un alimento trendy specialmente grazie agli aspetti salutistici che le vengono riconosciuti. Tuttavia, la fama di questa categoria di alimenti precede di molto la ricerca scientifica. In passato, infatti, molti dei frutti vantavano un valore simbolico legato alla natura delle piante da cui derivano. E tu, ti sei mai chiesto quale storia o leggenda si celi dietro alle principali piante e frutti? Ecco alcune curiosità che potrebbero stuzzicare il tuo interesse… oltre al tuo appetito!

La nascita del mandorlo da un amore senza confine

Seconda l’antica mitologia greca, la creazione del mandorlo è strettamente collegata alla storia di due innamorati: Acamante e Fillide. Acamante giunse in Tracia durante un lungo viaggio verso Troia e, non appena incrociò lo sguardo della bella Fillide, nacque un amore tenero e sconvolgente. Ma il giovane non si trattenne a lungo poiché il suo destino era quello di combattere la guerra lasciando così la giovane Fillide ad attenderlo per più di dieci anni. Venuta a conoscenza della caduta di Troia Fillide, non vedendo alcuna nave all’orizzonte, immaginò che l’innamorato fosse morto si lasciò morire di dolore.  La dea Atena, impietosita dalla struggente storia d’amore, trasformò la ragazza in un mandorlo. Il giovane Acamante, venuto a sapere della dolorosa sorte toccata all’amata, si recò nel luogo dove sorgeva l’albero e, colmo di amore e di dolore, lo abbracciò forte. Fillide, in cambio di quell’abbraccio e per dare un segno tangibile del suo immutato amore, fece spuntare piccoli fiori bianchi e rosati dai rami.

Ancora oggi, i fiori di mandorlo sono i primi a sbocciare in primavera, talvolta anche nel tardo inverno. Per questo simboleggiano la speranza ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la delicatezza e la fragilità. Quest’albero però è estremamente longevo, tanto che può raggiungere i 10 metri di altezza e vivere fino a 200 anni.

Il noce tra amore e gelosia

Secondo l’antica mitologia greca, la nascita del noce è da attribuire alla gelosia nata fra tre sorelle, figlie della regina della Laconia: Orfe, Lico e Caria. Si narra che il dio Dioniso si fosse invaghito della bella Caria e che da subito le altre due donne avessero mostrato segni di gelosia verso la sorella. Dioniso, venuto a conoscenza della gelosia di Orfe e Lico, si adirò e decise di lanciare su di loro una maledizione trasformandole in rocce. Una volta appreso l’accaduto, Caria distrutta dall’idea di essere stata la causa di tutto ciò, morì di dolore lasciando Dioniso a piangere la sua scomparsa. Poco dopo il dio, disperato, decise di rendere eterno il ricordo dell’amata ormai perduta trasformandola in un albero di noce. Da allora, il noce è considerato un simbolo di amore e gelosia.

La forza di questo albero è tangibile ancora oggi dal momento che il suo legno è particolarmente pregiato proprio per la sua possente struttura compatta e omogenea.

Il nocciolo e il pozzo della sapienza

Le popolazioni celtiche consideravano le nocciole dei contenitori di sapienza e saggezza interiore, capaci di procurare conoscenza delle arti e delle scienze segrete. Il legno del nocciolo veniva infatti usato per costruire delle tavolozze con incise delle lettere magiche che servivano da ispirazione ai poeti e agli intellettuali. L’associazione tra nocciolo e poesia ha origini antiche ed è legata al numero 9: nove erano le Muse della poesia e nove sono anche gli anni che impiega il nocciolo per dare i primi frutti.

Un antico mito irlandese narra di Fionn, nipote di un capo druido, che ricevette l’ordine di cucinare del salmone ma di astenersi dall’assaggiarlo. A cottura ultimata il ragazzo, nel voltare il pesce nella padella, si scottò il pollice e portò il dito alla bocca per alleviare il dolore con la saliva. Fu proprio allora che ricevette il dono dell’ispirazione: quel salmone viveva infatti nella sorgente prodigiosa chiamata Pozzo di Connla, e si era cibato dei frutti caduti dai nove noccioli dell’arte poetica le cui fronde lambivano la sorgente. Le nocciole, cadendo nel pozzo, nutrivano i salmoni e quanti erano i frutti ce mangiavano, tante erano le macchie brillanti che apparivano sul loro corpo.

Ad oggi, il carbone ottenuto dal legno del nocciolo è usata nella preparazione dei carboncini da disegno, che sta ad indicare la stretta correlazione tra il nocciolo e l’arte che persiste anche nei giorni nostri.

Il dattero che unisce cristianesimo e islamismo

Il dattero è il frutto che ha rappresentato nella storia l’unione delle religioni, in particolare cristianesimo e islamismo.

Nel vangelo apocrifo di Matteo si narra che, durante il cammino di ritorno dalla città natale di Gesù, Maria avesse avvistato una palma da datteri e che chiese a Giuseppe di raccogliere dei frutti per cibarsene e acquistare le forze per affrontare il resto del viaggio. Mentre l’uomo rispose di non poter esaudire il suo desiderio a causa dell’altezza della pianta, Maria svegliò il neonato Gesù che ordinò all’albero di abbassare i rami per nutrire sua madre. Un racconto simile è narrato anche nel Corano: secondo l’islamismo vicino al luogo della nascita di Gesù era presente una palma da datteri e che al momento della nascita apparve un angelo a Maria consigliandole di scuotere l’albero e mangiarne i suoi frutti.

La palma da dattero può essere di diverso tipo: a frutto morbido, semi-morbido e duro. Proprio quella a frutto duro è la più resistente ad ambienti ostili (siccità e suoli poveri) come quelli descritti nella Bibbia e nel Corano. Per questo il dattero è considerato un simbolo di forza e resistenza.

Il potere rinvigorente del fico

Le storie e le leggende legate al frutto del fico possono essere ritrovate sia nell’antica Grecia che nell’antica Roma. Platone, ad esempio, raccomandava agli amici di mangiare fichi in grandi quantità perché a suo dire rafforzavano l’intelligenza, mentre i romani credevano che mangiare questi frutti aiutasse ad aumentare la forza nei giovani e la salute negli anziani. Oltre che essere legato alla forza, il fico è da sempre considerato un frutto altamente erotico e ne è un chiaro esempio la medicina popolare: alle coppie sterili desiderose di avere un figlio veniva raccomandato di staccare due foglie di fico e metterle sotto il cuscino, poiché era credenza popolare che potesse influenzare benevolmente la procreazione.

L’albero del fico è uno dei più longevi tanto che può diventare un albero secolare e presenta un fusto corto e ramoso. Ancora oggi quest’albero è considerato simbolo di forza ed eros.

 

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